Cima Tosa - Pazzione Primavernale

Circa 1.000 metri di sviluppo; 90+; AI 6; M7; V.

Il 20 maggio 2021 con Matteo Faletti e Santi Padros abbiamo aperto questa impegnativa via sulla parete nord-nord est della Cima Tosa in puro stile alpino. Non è stato lasciato materiale in parete e abbiamo dormito in tenda nei pressi dell'attacco. Abbiamo arrampicato per circa sedici ore e mezza in parete, iniziando a scalare verso le 2.15 di notte e sbucando in cima alle 19 in punto. Ognuno dei tre componenti della cordata ha contribuito in egual misura alla riuscita della salita. L'esperienza che abbiamo vissuto è stata veramente forte e rimarrà per sempre dentro di noi.

Il bel racconto completo di Santi su UPclimbing.com

Il report su Planetmountain.com

Il report su Desnivel.com in spagnolo


I due grandi camini paralleli che caratterizzano la parte alta della parete nord-nord/est della Cima Tosa. La nostra via passa dentro quello di destra, il più grande dei due.

Si parte! Sono le 2.15 di notte. Vado io avanti per i primi tiri.

Al quinto tiro passa avanti Matteo. Salirà due tiri di fila molto impegnativi.

Adesso Tocca a Santi andare avanti

Nel grande camino torno avanti, nel frattempo che scalo, Matteo e Santi preparano dell'acqua sciogliendo la neve

Numeri da acrobata per risolvere un passaggio critico su neve verticale. Per fortuna che scavando con la piccozza ho trovato il buco in cui mi sono infilato, perché me la stavo vedendo davvero male. Non riuscivo ne a proteggermi e ne a scalare.

Torna avanti Santi che sale una bellissima cascata di ghiaccio, è il quindicesimo tiro

Al diciottesimo tiro Santi sfodera tutta la sua classe, salendo un difficile diedro con con mosse da Dry-Tooling su fessurine verticali e aleatoria bolle di ghiaccio. E' la lunghezza che ci porta finalmente fuori dalle difficoltà.

Il 19 ed ultmo tiro è solo su neve ripida, una formalità che ci porta finalmente fuori dalla parete, sul grande e caratteristico pianoro sommitale della Cima Tosa

Alle 19.00, dopo 16 ore e mezza di scalata, eccoci in vetta.

Lo scenario al rientro nelle nostre tende è pazzesco